Grassi (M5S): «Il Codice del Terzo Settore? Va riscritto»

Il Capogruppo dei 5Stelle membro della Prima Commissione, appena approvato il parere da inviare al Governo, spiega: «è un testo molto complicato e disordinato. Il mio auspicio è che il Governo voti la proroga che è all’esame della Camera per avere il tempo di rivederlo»

La notizia è che difficilmente il decreto correttivo alla Riforma del Terzo Settore sul Codice del Terzo Settore venga approvato nei tempi previsti, cioè entro il 2 agosto, come invece era successo con il correttivo sull’Impresa sociale. Per il capogruppo del Movimento 5 Stelle della prima Commissione del Senato, Ugo Grassi la palla adesso passa al Governo che deciderà come valutare il parere. L’intervista

A che punto siamo con i lavori sul decreto correttivo sul Codice del Terzo Settore?

Oggi abbiamo votato il parere. La relatrice, la senatrice Saponara della Lega ha fatto un lavoro immane cercando di dar voce a tutte le istanze che c’erano sul tavolo.

L’opposizione considera il parere nel complesso un buon lavoro. Ma c’è un nodo, che riguarda i Csv, su cui c’è grandissima preoccupazione. Il parere votato cosa dice al riguardo?

Il parere dice che in ordine ai Centri servizio volontariato si rileva che la programmazione, il controllo e le sanzioni sono affidate a una fondazione con personalità giuridica di diritto privato. La nostra idea è quella di dare maggior rilievo al ruolo delle Regioni, come è scritto nel parere. Ma è una raccomandazione senza specifiche tecniche. Spetterà al Governo decidere se assumere la raccomandazione e che modalità individuare per farlo. Non capisco la preoccupazione

La preoccupazione, rispetto a questo aspetto, è dovuta al fatto che oltre a delegittimare CSVnet questo cambiamento farebbe saltare l’accordo tra Forum e Acri per quanto riguarda il fondo di perequazione rendendo di fatto impossibile la presenza dei Csv nelle Regioni sporvviste di fondazioni bancarie…

Si può immaginare anche un parere regionale non vincolante sulle valutazioni di CsvNet. Il governo ha varie possibilità di scelta. Ma mi lasci dire che a mio parere comunque questo codice è scritto molto male e che più tempo si prende meglio è.

Quindi si va verso una proroga?

Il Codice per come è scritto è disordinato e mediocre. Quindi andrebbe riscritto.

Mi può fare un esempio di questo disordine?

Certo, penso in particolare all’aspetto del registro, che è determinante. Ha una duplice funzione: pubblicità dichiarativa e pubblicità costitutiva. Cioè permette con l’iscrizione non solo di essere riconosciuti enti di terzo settore ma anche, nel caso di tratti di enti con personalità giuridica, di essere riconosciuti come tali senza passare più dagli elenchi competenti. Ebbene, tale duplice funzione si comprende solo dopo un attento studio. Basterebbe poco per farlo capire senza sforzo alcuno.

Quindi l’idea è quella di prorogare e rimettere mano al Codice?

Non mi pronuncio in tal senso, i lavori della Commissione sono terminati. Ora il testo è nelle mani del governo, che dovrà studiare il parere approvando i cambiamenti. Che significa tanto lavoro visto che dovranno essere affrontati insieme Codice, parere e decreto correttivo. È per questo che il disegno di proroga è all’esame della Camera: per fare un buon lavoro ci vuole il tempo necessario.

L’obbiettivo però è studiare il tutto per riscriverlo, sbaglio?

Il mio personale auspicio è che sarebbe opportuno poter correggere e riscrivere il Codice per renderlo più comprensibile anche ai non addetti ai lavori. È troppo complicato ed estremamente disordinato. Questo anche per tutelare le piccole associazioni che con un testo come questo sarebbero vittime di una totale confusione.

Da Vita, Articolo di L.M. Alvaro (qui)

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